Letture – Labriola


Dopo la pausa estiva riprendono le attività dell’ASFU.

Anche quest’anno abbiamo deciso di dedicare alcuni dei nostri incontri al ciclo Letture. Insieme a docenti e studiosi leggeremo e commenteremo pagine tratte da opere che appartengono alla tradizione del pensiero filosofico.
 
Il primo incontro si svolgerà mercoledì 30 ottobre 2024, alle ore 16.30 presso la Sala rettangolare del Coro di Notte del Monastero dei Benedettini.


Insieme ad Andrea Raciti, assegnista di ricerca presso l’Università del Piemonte Orientale, ci occuperemo di Antonio Labriola leggendo dei brani dal saggio Del materialismo storico. Dilucidazione preliminare (1896).

Abstract

La proposta ermeneutica alla base di quest’incontro prende le mosse da un’esplicita indicazione contenuta nei Quaderni del carcere. Secondo Gramsci, se si intende approntare un tentativo di fondare filosoficamente il materialismo storico come autonoma concezione della storia, è necessario continuare e sviluppare la posizione teorica dell’autore dei tre Saggi intorno alla concezione materialistica della storia (1895-1898). Contro ogni ibridazione ed eclettismo di sorta, secondo Gramsci, sarebbe stato proprio il primo filosofo marxista italiano, Antonio Labriola, a formulare a chiare lettere la tesi per cui il «comunismo critico» (ossia, il materialismo storico) consisterebbe in una filosofia originale e indipendente da qualsiasi altra. Per Labriola, infatti, l’interpretazione della politica e la critica dell’economia classica marxiane acquistano un senso unitario solo nell’alveo della filosofia della storia che starebbe al fondo del «comunismo critico».
Seguendo questa traccia interpretativa, leggeremo e commenteremo il secondo dei Saggi storico-materialistici labrioliani, ovvero Del materialismo storico. Dilucidazione preliminare (1896). In questo testo, il filosofo di Cassino, attraverso la messa in campo di un metodo contrastivo diretto alla demolizione teoretica di ogni forma di ontologia astratta (dal determinismo all’evoluzionismo sociale, dal teleologismo all’economicismo), in positivo, gettava le basi di un progetto filosofico ambizioso: la fondazione del «comunismo critico» a partire dal «terreno artificiale» generato dal «moto antitetico» immanente al processo storico-sociale del lavoro (praxis). Pertanto, il materialismo storico si presenta come un’autentica ontologia dell’essere sociale, in cui la conoscenza della totalità storica alienata (il modo di produzione capitalistico) risulta identica al giudizio etico-politico su questa stessa totalità.
In tal senso, l’unità dialettica di teoria e prassi realizzata nel «comunismo critico», si compie, secondo Labriola, come un’«autocritica che è nelle cose stesse». In altri termini, la società capitalistica si mette a nudo nel materialismo storico esponendo la propria stessa genesi contraddittoria, dalla quale potrebbe scaturire un’immanente potenzialità, ad un tempo, ontologica e sociale, di oltrepassamento dialettico-rivoluzionario.


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