Anche quest’anno avviamo un ciclo di incontri con l’obiettivo di incrociare tra di loro competenze, prospettive e linguaggi diversi. Tema del nuovo ciclo è l’Alterità, che verrà discusso e declinato in tre appuntamenti: Alterità e linguaggio, Alterità e legge, Alterità e bellezza.
Il primo appuntamento si terrà giovedì 21 marzo, alle ore 17.00, nell’aula 268 del Monastero dei Benedettini (Catania).
Marco Mazzone ed Emanuela Campisi affronterrano il tema con un intervento dal titolo: L’altro dentro e fuori di me. Un’analisi linguistica.
Abstract
Campisi
Lo studio dell’interazione linguistica non può prescindere da una descrizione dei soggetti coinvolti, siano essi parlanti o ascoltatori. Tali soggetti, come ormai ampiamente condiviso in filosofia e nelle altre scienze del linguaggio, ricoprono ruoli per niente statici e determinati, ma dinamici; l’ascoltatore, in particolare, lungi dall’essere solo un ricettore passivo, sembrerebbe avere un ruolo attivo nel dispiegamento del dialogo e nell’interpretazione dei significati in gioco. In questo intervento mi propongo utilizzare alcuni recenti risultati psicolinguistici per sviluppare ulteriormente la centralità dell’ascoltatore nel dialogo, nella misura in cui chi parla ha non solo bisogno di un interlocutore reale (che di fatto può anche non esserci), ma soprattutto di uno “mentale”, che guida le scelte linguistiche e comunicative, determinandone la riuscita o, in uguale misura, il fallimento.
Mazzone
La costruzione del soggetto, come della sua identità, poggia su pratiche linguistiche. Queste pratiche sono, al tempo stesso, responsabili della costruzione dell’altro. La nozione di identità gode oggi di un largo favore, trasversale a orientamenti ideologici tra loro opposti. Sul versante progressista, in particolare, si coltiva l’idea che la difesa delle identità sia tutt’uno con la difesa della diversità, dunque con principi di inclusione dell’altro. Proverò a mostrare che, al contrario, tra identità e inclusione dell’altro si dà una tensione difficilmente sanabile. L’inclusione dell’altro richiede un movimento dialettico, che opponga al principio di identità un principio di non-identità con sé stessi.
Locandina generale